domenica 19 aprile 2009

x-factor 2009, matteo becucci ha 10 buone ragioni...

matteo becucci e i mr. pitiful

la città di lucca ha dimenticato di averlo adottato. e si è forse scordata di possedere, almeno geograficamente, i mr. pitiful. cioè la soul band che per dodici anni ha avuto matteo becucci come vocalist.

a scordarsene sono soprattutto i media, generalmente attenti verso ogni qualsivoglia passaggio televisivo di personaggi più o meno noti. con loro ci sono le amministrazioni locali, che sfruttano ogni occasione per sottolineare passaggi d'immagine su piccolo schermo.

con matteo becucci e i mr. pitiful questo non è successo. ma sono quasi sicuro che dopo stasera, giorno della finalissima di x-factor 2009, ci sarà senz'altro gente pronta a ricredersi e dire che 'sì, ti ho seguito fin dall'inizio. per questo t'invito a tenere un concerto. ma porta anche la televisione, eh...'.

su lo schermo ho scritto dieci ragioni per cui matteo becucci, stasera, potrebbe vincere davvero. eccole qua...


D'accordo, la sua battaglia è già vinta. Fino al dicembre scorso il suo mestiere era di compilare buste paga. Ora farà il cantante, vada come vada. La finalissima di X-Factor 2009 decreterà un solo vincitore, cui andrà un contratto discografico da 300mila euro. Siamo però convinti che nonostante l'esito del televoto Matteo Becucci realizzerà il sogno di diventare finalmente un cantante di professione. Uscirà ugualmente sul mercato con uno o più album (tema su cui c'è grande riserbo) e farà concerti e sarà invitato come ospite alle trasmissioni più varie. Ora, al di là del successo già conquistato, c'è comunque una finale da affrontare. Noi abbiamo dieci buoni motivi per credere nella sua vittoria. Quali? Questi...

Primo: perché ha una bella voce. E questo è un dato innegabile, da non contraddire. Se ci sforzassimo nel tentativo di pensare a un paragone celebre, ecco, verrebbe fuori senz'altro il nome di Fabio Concato. L'avevamo detto in tempi ormai lontani. Poi gli Spostati di Radiodue hanno ripreso il confronto in trasmissione. Un confronto che, a loro dire, avrebbe fatto scivolare Matteo nell'anonimato dei 'già sentiti'. Il loro pronostico, però, è stato smentito.

Secondo: perché sa cantare. E lo fa bene. Sale e scende di tono, sussurra prima di tirar fuori una potenzialità vocale che in quel momento non ti aspetti. Ma senza urlare. Mai. E questo è anche il frutto di anni di lavoro con la band dei Mr. Pitiful, cui deve senz'altro molto. Già prima di X-Factor. Becucci, in tante puntate, non ha mai sbagliato un'intonazione.

Terzo: perché è il più scaricato da iTunes. Un fatto che dimostra quanto la sua popolarità sia diffusa. La gente scarica le sue canzoni, quelle di un 'quasi' sconosciuto, e le carica sul proprio iPod. Scarica le canzoni di Matteo Becucci piuttosto che i brani di celebri autori nazionali e internazionali. E questo significa che la sua presenza sul mercato sarebbe più che giustificata. Significa che al pubblico piace, eccome.

Quarto: perché non è mai andato al ballottaggio. Vale lo stesso discorso fatto per iTunes. Matteo, assieme ai The Bastard son of Dioniso, è l'unico a non aver mai rischiato seriamente l'eliminazione. E a questo punto, dando per scontata la validità del televoto, significa che ci sono migliaia e migliaia di persone che ogni settimana attingono quattrini dalle proprie tasche per offrire a questo ragazzo l'opportunità di entrare nel macromondo semi-blindato della discografia italiana. E' davvero improbabile che il tradimento si compia proprio l'ultima sera.

Quinto: perché ha un bell'aspetto. Nonostante le critiche al look, a volte giudicato 'troppo giovanilistico' e altre volte 'inadatto', Matteo Becucci ha una bella faccia. Volto pulito, carnato chiaro, riccioli biondi. E poi c'è quell'espressione un po' furbetta che lo rende simpatico. A volte sembra estraneo e distaccato. Come a dire: 'Dé, son qui, ma vada come vada...'. Una distanza emotiva che, nel contesto televisivo, al di là di ciò che sente davvero, lo dipinge come una persona piuttosto sicura e, quindi, rassicurante.

Sesto: perché è classico. Nel senso più commerciale del termine. Se le trasmissioni estive che propongono i revival anni Sessanta, Settanta e Ottanta hanno così tanto successo, e se al festival di Sanremo trionfano Arisa e Marco Carta, be', significa che i gusti della maggioranza sono questi. La canzone italiana d'autore vince sul rock nostrano. E quindi Afterhours, Marlene Kuntz, Baustelle, Linea 77 e altri ancora resteranno appannaggio di pochi. Musiche scelte per un pubblico d'élite. Tant'è che fra gli inediti proposti nella semifinale di X-Factor, il migliore, alle nostro orecchie, è sembrato senz'altro quello dei Bastard. Un motivo in più per far ottenere a Matteo maggiori consensi.

Settimo: perché ha 38 anni. Lo diceva l'amico di Matteo, Fabio Pierotti, seduto con noi a un tavolino del bar giusto poche settimane fa. "La televisione non ha mai lanciato talenti a quell'età. Sarebbe un pericoloso precedente". Ma così sarà. Anzi, così è. I suoi 38 anni, Matteo, se li porta davvero bene. E questo è un bene. Essere il più 'vecchio' fra i concorrenti in gara, però, gli offre altri vantaggi: maggiore maturità vocale, più ponderatezza nelle relazioni, più sicurezza nell'affrontare il palco e, perché no, maggiori apprezzamenti da parte di un pubblico che abbraccia ormai più generazioni. Tutta gente disposta a votarlo e a comprare poi i suoi cd.

Ottavo: perché ha una bella famiglia. Con il talento, questo, non c'entra nulla. Però la televisione è fatta di immagini in movimento che raccontano storie. Tra queste c'è quella di Matteo Becucci, unico concorrente ad avere una famiglia già 'fatta'. C'è una moglie che lo segue in ogni puntata e ci sono due bellissime bambine che guardano papà (anzi, babbo) in tivvù, a casa. Facchinetti regala loro il suo Uomo Ragno e le bambine vanno a far visita agli studi di via Mecenate, a Milano. Insomma, il quadretto della bella famiglia unita, in un'Italia condizionata dagli imperativi del Vaticano e da separazioni e divorzi in costante aumento, ecco, in quest'Italia della disgregazione sociale e sentimentale, storie come queste sono premiate dal pubblico.

Nono: perché è naturale. Canta come se passeggiasse. Si esibisce sul palco come se si provasse sulla terrazza Mascagni, a Livorno, una domenica pomeriggio. Insomma, tutto gli riesce facile. O almeno così sembra. Anche quando canta con potenza, il volto non si contrare mai. Non c'è sforzo né fatica. E in questo modo è capace di cantare qualunque brano. Qualunque.

Decimo: perché è onesto. Non maschera gli errori né ti manda a dire cosa pensa. S'incazza durante le prove se qualcosa non va. E quando qualcosa va storto (vedi la volta di Baglioni), tutto va storto. Forse non sarà la caratteristica propria di un professionista. Ma è quello che la gente apprezza.

Detto questo, ciò che ci auguriamo (e gli auguriamo) è di arrivare prima degli altri. Anche se, ammettiamolo, qualunque sia il verdetto espresso dal televoto di domenica sera, Matteo Becucci ha ugualmente vinto la sua battaglia. Farà i suoi dischi, canterà in giro per l'Italia, sarà ospite di trasmissioni più o meno importanti. E, quindi, diventerà un cantante 'vero'. Crediamo che per un po' potrà scordarsi le buste paga. Perché il suo mestiere sarà quello di cantare.