sabato 16 maggio 2009

'colpa della società, budello di su mà!'



"ti fermi per il concerto?", mi chiede bobo dopo l'intervista.
"sì, certo" rispondo io. ma non è vero. me ne andrò di lì a poco.

l'orario d'inizio, trattandosi di un live da consumare sulla porta di un locale di via san paolino, si dilata oltre il consentito. com'era ovvio che fosse.
avevo qualcuno che m'aspettava a casa. qualcuno con cui desideravo essere, più d'ogni altra cosa.

dover partire, però, mi ha reso perfino un po' triste. perché bobo rondelli, quella sera, era più malinconico che mai. forse a causa della fresca separazione, forse per quell'attaccamento ai figli manifestato prima e dopo l'intervista, che qui ripropongo.

e oggi, a cinque mesi di distanza da quel momento, esce in dvd il film documentario l'uomo che aveva picchiato la testa, girato da paolo virzì e prodotto da motorino amaranto. ecco la presentazione che ho scritto per lo schermo.

LIVORNO - Finalmente è arrivato il giorno. Quello della consacrazione del poeta, dell'affermazione del cantautore misconosciuto per eccellenza. Roberto lo chiamano Bobo, e di cognome fa Rondelli. E' musicista e scrittore. Ora è anche attore. Interpreta se stesso nel film documentario girato dall'amico Paolo Virzì, in distribuzione da oggi con un dvd allegato a Il Tirreno. Poi passerà sui canali di Sky. E chissà, magari questo porterà a Bobo il meritato consenso del grande pubblico. O forse no. Perché la consacrazione, per uno come lui, potrebbe anche significare 'crocifissione'. Ora c'è un film, L'uomo che aveva picchiato la testa. E un album in uscita da ascoltare, Per amor del cielo...


"Spero in una maggiore diffusione. Perché sai, c'avrei 'sto bisogno. Del resto mi ritengo un 'precario'. Cioè, a 45 anni vivo da mia madre, sulle sue spalle... Forse è per questo che racconto ancora la 'rabbia'...".

A noi che gli chiedevamo quali effetti avrebbero provocato su di lui l'uscita del film documentario, Bobo Rondelli ci rispose così. Era la metà di dicembre. Solo cinque mesi fa, eppure sembra passato un secolo. In quell'occasione Bobo era a Lucca per un concerto cui avrebbero assistito solo poche decine di persone. Per lui che è abituato a cantare ovunque, e anche per pochi spiccioli, anche gratis, non è una sorpresa.

Ora che Bobo Rondelli è protagonista di un film documentario girato dall'amico d'infanzia Paolo Virzì, chissà se resterà ancora il cantautore, poeta e sconosciuto, che almeno noi toscani abbiamo imparato ad amare e apprezzare. Uno come Bobo vive il peso della sensibilità di Ciampi. Un maestro e un fantasma con cui fare i conti. E da folle genio qual'è, Bobo passerà probabilmente il resto della sua vita nell'ombra che gli si è creata attorno. Perché uno come lui, forse, s'esprime meglio fra pochi ubriaconi che in mezzo a tante persone d'elitaria cultura.

Per farvelo conoscere un po' di più, vi proponiamo di nuovo quella famosa intervista. E v'invitiamo ad acquistare il dvd che uscirà oggi in allegato a Il Tirreno. Anche se il film L'uomo che aveva picchiato la testa (7,90 euro, prodotto con soli 40mile euro dalla Motorino amaranto) in realtà si trova in edicola già da ieri. Così va la distribuzione.

Un'esclusiva del quotidiano di Livorno (appunto, la 'sua' Livorno) destinata alla programmazione sui canali Sky a partire da giugno. Noi, quel dvd, lo abbiamo fra le mani. Lo vedremo e ne parleremo ancora. Perché Bobo, che lo si voglia riconoscere o no, è il miglior poeta contemporaneo. Capace di far ridere e piangere, capce di fare pensare. Ma anche no. Insomma, è capace di tutto.

E un'ulteriore riporva l'avremo il prossimo 22 maggio, giorno in cui uscirà il suo nuovo album, Per amor del cielo. Un cd di cui si sa poco o nulla. Prodotto dalla nuova agenzia Live Global, conterrà nove tracce per poco più di mezz'ora di musica e parole. Oltre al brano che dà il nome all'album, ci saranno Viaggio d'Autunno, Soffio d'angelo, La marmellata, Madame Sitrì, Mia dolce anima, Il cielo è di tutti, Licantropi e Niente più di questo l'amore.

Sia il film sia l'album saranno presentati in anteprima domani, domenica 17 maggio, al teatro Goldoni di Livorno con una proiezione-concerto che verrà bissata martedì 19 al teatro Puccini di Firenze.

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giovedì 18 dicembre 2008

bobo rondelli è "l'uomo che aveva picchiato la testa"


trailer de «l'uomo che aveva picchiato la testa»
documentario su bobo rondelli, di paolo virzì
info su motorinoamaranto.it

[articolo scritto per loschermo.it]

Cantava (e canta) brani di Tenco e Ciampi. Con gli «Ottavo Padiglione» ha «picchiato la testa», e anche per questo Paolo Virzì sta realizzando un documentario su di lui. E' imprevedibile, poetico, ironico. Ma anche scontroso e a tratti schivo. Lui è Bobo Rondelli. Ed è un artista. Atipico, per carità... Comunque unico. E stasera, giovedì 18 dicembre 2008, sarà ad «Effetto San Paolino» per un concerto gratuito al Bar Zero (Lucca).


Sigaro o sigaretta in mano. Imponenente e irriverente. Divertente, anche. Ma quasi scontroso. Eccolo qua Bobo Rondelli, il musicista tuttofare. Il cantautore toscanaccio che ha fatto dell'etichetta uno stile unico e, in quanto tale, mai imitato.

Lui che è cresciuto con Luigi Tenco e Piero Ciampi nel cuore, viene da Livorno. A volte, il caso. Eh sì, perché anche Ciampi, nato nel quartiere Pontino, ha le stesse origini . E se non fosse per quel po' di sana volgarità propria della nostra terra e quel carattere un po' così, oggi Bobo sarebbe il cantautore italiano d'eccellenza. Per l'intesità di voce e la poetica contemporanea di certi pezzi, mai uguali, Rondelli è ha tutti gli effetti un grande artista.

Oggi Bobo è da considerare un cantastorie, un affabulatore dell'attualità sociale, politica, antropologica. Canta i difetti dell'uomo, i suoi eccessi. Ma racconta anche i suoi segreti più veri e passionali, quelli difficili da svelare.

Stasera Rondelli è a Lucca e suonerà in concerto - a ingresso gratuito, come spesso gli capita di fare - in via San Paolino, presso il Bar Zero. Avrebbe dovuto tenere il concerto una settimana fa, ma il maltempo non l'ha permesso. E allora «Effetto San Paolino» - che fa il verso all'«Effetto Venezia» ben più caro al nostro Bobo - si terrà stasera, giovedì 18 dicembre, nel centro di Lucca (inizio alle ore 20).

Uno spettacolo da non perdere, dunque. Soprattutto perché non è possibile prevedere cosa ci aspetta. Bobo ride, piange, scherza e schernisce. Canta. Quand'è sul palco, sia alto tre metri o sia rappresentato da un solo sgabello da bar cui appoggiarsi quel tanto che basta per far suonare la chitarra, Rondelli è sempre lo stesso. Imprevedibile.

Appartiene a una sinistra «critica», che per questo colpevolmente lo ignora. Una politica di partito che forse, diciamolo, neanche gli interessa. Bobo si guarda attorno, curioso e folle. Del resto cosa possiamo aspettarci da colui che ha raggiunto il successo (termine azzardato e adatto - ahinoi - solo all'interno dei confini regionali) con gli «Ottavo padiglione» e il singolo «Ho picchiato la testa»? Erano gli anni novanta. E quel brano («ho picchiato la testa / lasciatemi stare / non lo vedete / non son più normale») non a caso era cantato da un gruppo che prendeva il nome di quel padiglione nel quale, all'ospedale di Livorno, si trovava il reparto di psichiatria.

Ebbene, quest'uomo che «aveva picchiato la testa» sarà il soggetto del documentario girato da Paolo Virzì. Un racconto di cui oggi sappiamo poco, giusto qualche anticipazione fruibile anche su YouTube, dov'è pubblicato il trailer che qua riproponiamo.

Quell'uomo, Bobo Rondelli, è un folle sano di mente. E' un cantante capace di straordinarie magie. Da «Figlio del nulla» (album che segna l'inzio della carriera solista nel 2001) a «Disperati, intellettuali, ubriaconi» (album pubblicato due anni dopo con gli straordinari arrangiamenti del pianista Stefano Bollani) ne è passato di tempo. Bobo lo si vede in concerto a volte da solo, a volte accompagnato da un amico musicista, altre volte con una band o, addirittura, dall'«Ottavo Padiglione» al completo.

Lui che ha scirtto anche un libro di poesie, col solito stile ironico e sgarbato («Compagni di sangue»), comunque toccante, divertente ed efficace, chissà stasera cosa ci regalerà. Probabilmente tanto. Ma forse anche niente. Potrà giudicare solo chi ci sarà. Una delle ultime occasioni per assistere a uno spettacolo nostrano di un grande artista che, dopo l'uscita del documentario di Virzì, potrebbe diventare - per sua fortuna - un patrimonio di tutti. A quel punto sarà sempre meno nostro e sempre più divo. Ma speriamo sinceramente che questo non accada...

[articolo scritto per loschermo.it]

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