giovedì 9 ottobre 2008

dove pisciare a roma, fra tassinari omofobi e complessi labirinti


un giorno a roma.
per lavoro. anzi, per un incontro che rientra solo incidentalmente con la professione.

premetto che non ho mai frequentato a sufficienza la capitale.
nonostante questo riesco ad arrivare, svolgere le mansioni prefissate e ripartire senza eccessivi traumi.

ma accade che avendo lavorato per tutto il viaggio non abbia potuto approfittare del gabinetto eurostar. penso che troverò consolazione arrivato alla stazione roma termini. e invece no. per raggiungere un bagno è necessario affrontare infinite prove. ditemi pure che sono un deficiente. ma seguendo i cartelli con su scritto toilet si può camminare per ore passando più volte dallo stesso punto senza mai raggiungere l'obbiettivo. avrei potuto scegliere diversamente: tipo pisciare a un palo o entrare in un bar o approfittare dei servizi offerti dagli esercizi commerciali di roma termini. invece no. quello che volevo era il bagno della stazione.

passo dopo passo, alle fine l'ho raggiunto. ho dovuto cambiare la moneta da un euro con tanti decini pagando poi 80 centesimi per entrare in un gabinetto in cui la porta non stava chiusa, il sapone era finito e l'acqua calda sgorgava, previa pressione del pulsante, solo per pochi millesimi di secondo.

mi ha consolato poi il tassinaro omofobo che faceva apprezzamenti sulle donne che attraversavano la strada ma che "non aveva nulla contro gli appassionati dell'altra parte e che anzi una volta aveva pure raccolto due ragazze lesbiche e pure un suo parente è di quelli là". anche questa è roma.

e mi ha consolato, al ritorno, il tizio croato che dopo avermi chiesto una sigaretta perché senza lavoro e senza soldi mi dice che "in romania c'ha lavorato ma che è un paese che fa schifo ed è meglio stare in italia da disoccupato che in romania con la professione".