giovedì 16 luglio 2009

lindo giovanni ferretti, eternamente punk

bella gente d'appennino. la prima volta che ho assistito allo spettacolo eravamo a castellina marittima. località che sta a circa trecentottanta metri sopra il livello del mare, nella lingua di terra più estesa -e più a sud- della provincia di pisa. da castellina, appunto, si vede il mare. quello di livorno.

il concerto in chiesa, di fronte ai parenti e al poco pubblico ammesso, è stato intimo e profondo. ancor più intima è la dimensione di montesole, domenica scorsa all'ora del tramonto. ancora bella gente d'appennino, ancora lindo giovanni ferretti, ancora il violino elettrificato ed effettato di ezio bonicelli.

più di questo, ferretti, non può. o meglio non vuol concedere. ché in una tridimensionalità mistica e naturale ci si trova a suo agio. rispetta il suo sentire. ed è giusto così.

il suo pubblico cambia perché anche lui è cambiato. alla lunga neppure i fan più fedeli riempiono quell'élite che assiste partecipe nella platea minimale. c'è chi rinnega, chi offende da lontano, chi non vuole più saperne. ma c'è anche chi comprende, chi riconosce nella diversità e nella trasformazione il valore aggiunto. umano e artistico.

e così, oggi, lindo giovanni ferretti è sempre più punk. non ha la cresta, i capelli tinti e gli abiti di pelle attillati. parla di don giuseppe dossetti e non di togliatti. non più 'filosovietico', nel quaderno steso sul leggio s'intravede una foto (stampata a colori in formato a-quattro) di papa benedetto sedicesimo. ecco, se il punk era -ed è- l'esaltazione dell'anima e della sostanza, l'essere contro al pensiero comune e superficiale, allora ferretti non è mai stato più punk di adesso.

nel video che segue, fra l'altro, del mondo e brace...

"chi è sradicato sradica, sradica chi è sradicato..."
(g.l.f.)