lunedì 1 giugno 2009

dov'è la terra futura?

la sesta edizione di quella che per definizione chiamiamo 'mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di vita, di governo e d'impresa verso un futuro equo e sostenibile', si è esaurita alla fortezza da basso di firenze.

la tre giorni di terra futura ha avuto come filo conduttore il tema della 'crisi', qua affrontata come crisi 'sociale' e dei 'diritti' prima ancora che crisi 'economica' e di 'mercato'. tante le proposte emerse nel corso del ricco programma culturale (dal manifesto per la riforma dei mercati finanziari alla presentazione del gsott8)...

ma se in mostra c'erano sempre più aziende -seppur eticamente 'sostenibili'- e meno onlus, sempre più cooperative e meno ong, be', un dato di fatto è il calo della partecipazione fra gli espositori. anche perché, ammettiamolo, eccetto chi si accordo per uno 'scambio' pubblicitario, la presenza alla mostra-convegno ha un costo non proprio irrisorio. segno evidente di una crisi che non è percepita, bensì è reale.

la soluzione? ecco, secondo l'economista stefano zamagni il sistema capitalistico crea per distruggere e distruggere per creare di nuovo. non funziona. la crisi, quindi, è ciclica. ed era stata prevista. ma alcuni premi nobel, ahinoi, schiacciato dal pensiero forte -e dominante- non hanno voluto considerare questa possibilità. così la risposta, secondo molti, è da ricercare nella responsabilità dei singoli, nelle scelte etiche e sostenibili dei consumi, nel movimento dei piccoli capitali della società civile.

be', potrebbe anche funzionare. ma al di là delle parole, questa non è una soluzione semplice da attuare. ci saranno anche i presupposti, ma i piccoli capitali continuano ad essere appannaggio di pochi.

(la foto pubblicata qua in alto è di riccardo pensa)